La parola, nel Rap

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  • 15.01.25
  • C’è un momento, nel battito del tempo, in cui un genere musicale diventa qualcosa di più che una forma d’arte. Diventa cultura, movimento, voce. La Golden Age del rap, quella finestra che abbraccia gli anni ’80 e ’90, è uno di quei momenti. È il periodo in cui la parola, il verbo, si è trasformato in uno strumento di resistenza, di orgoglio, di pura alchimia creativa. "Word is bond", dicevano, e non era solo un modo di dire: era un giuramento, un codice morale, un patto tra chi raccontava e chi ascoltava.



    A metà degli anni ’80, il rap era ancora giovane, un linguaggio in cerca di una grammatica. Poi arrivò Rakim. Con il suo flow fluido e il suo approccio lirico innovativo, Rakim costruiva architetture sonore, pensieri che prendevano forma attraverso un ritmo preciso, una musicalità interna che ha cambiato per sempre il modo di rappare. Le rime diventarono specchi taglienti capaci di riflettere tutte le torture della società americana, con le sue ingiustizie e le sue bellezze nascoste. La barra, quel frammento di quattro battiti che scandisce il tempo del rap, diventava una tela su cui dipingere immagini, storie ed emozioni.



    Scrivere e incidere strofe negli anni ’80 significava lavorare con una precisione quasi maniacale.



    Non c’erano software per registrare, tagliare e incollare l’audio. C’era solo il microfono e il nastro, che non permetteva errori. One-take, si diceva: una sola ripresa, o tutto da rifare. Questa condizione rappresentava un limite tecnico, senza dubbio. Ma allo stesso tempo era un incentivo fortissimo che spingeva i rapper a padroneggiare ogni parola, a rendere ogni barra perfetta. La metrica era una questione di ritmo, si, ma anche un esercizio di equilibrio tra significato e suono. Ogni sillaba doveva cadere al posto giusto, ogni pausa doveva amplificare il messaggio.



    In una società frammentata, la parola faceva cultura.



    E oggi in Remida vogliamo ricordare cos’è il rap nella sua essenza: un atto di fede nella forza creativa delle parole. Perchè alcune musiche si fanno anche senza, ma il rap no, senza parola non esiste. Proprio come la comunicazione. Scrivici a supernova@remidastudio.com.

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